IL PROGETTO

Innovazioni di processo e di marketing per la valorizzazione del carciofo pugliese in un’ottica sostenibile

Gruppo Operativo: GO Icarus
TITOLO DEL PROGETTO: Innovazioni di processo e di marketing per la valorizzazione del carciofo pugliese in un’ottica sostenibile

Soggetto Capofila: CERICOLA MICHELE ANTONIO
Responsabile tecnico scientifico: Professor.  Maria Luisa Amodio – Dipartimento DAFNE UNIFG
Importo del sostegno ricevuto dall’Unione europea
Importo richiesto: € 482.945,60
Importo ammesso: € 482.945,60

  ANALISI DEL CONTESTO E DEI FABBISOGNI DI INNOVAZIONE (PROBLEMI/OPPORTUNITÀ)

Il carciofo è noto per le sue proprietà nutrizionali ed è tra le coltivazioni più importanti per la regione Puglia, con una superfice al 2017 di 12.130 ettari e una produzione annua di 1.137.870 quintali, quasi il 30% del totale italiano (ISTAT).

Particolarmente rilevante è l’attuale collocazione della produzione di carciofi in ambito agro-industriale, il cui fabbisogno di approvvigionamento va oltre la disponibilità regionale facendo prevedere una concreta possibilità di sviluppo di superficie da destinare alla cinaricoltura. Ad oggi il carciofo è commercializzato per il consumo fresco, o per la trasformazione (prodotti congelati o appertizzati sottolio o in salamoia), con standard qualitativi differenti a seconda del tipo di trasformazione che nel caso dei prodotti appertizzati prevede trattamenti energici di stabilizzazione enzimatica che ne riducono quasi completamente il valore nutrizionale.

Indipendentemente dalla destinazione d’uso, i capolini richiedono complicate operazione di mondatura e pulitura che vengono effettuare in azienda o dal consumatore finale. Il carciofo è infatti una gemma fiorale con brattee esterne fibrose che vanno rimosse; quelle più interne non fibrose sono eduli così come il ricettacolo, da cui però viene asportata la parte periferica e quella basale anch’esse particolarmente fibrose. In generale quasi il 50% del prodotto non viene utilizzato, rendendo la preparazione prima del consumo particolarmente lunga.

Sulla base degli elementi emersi in occasione degli incontri effettuati con i membri del GO e con gli esperti del settore, si può cogliere quindi l’opportunità di produrre un prodotto pronto all’uso con le inalterate caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto fresco e prima ancora una filiera che possa disporre di itinerari tecnici innovativi per la razionalizzazione agronomica e un’ampia gamma varietale con caratteristiche organolettiche e tecnologiche idonee alla lavorazione industriale

  LIVELLO DI INNOVATIVITÀ (INNOVAZIONE/I DA INTRODURRE)

Il primo aspetto innovativo è rappresentato dall’ampliamento della gamma varietale mediante la valorizzazione del germoplasma locale, al fine di produrre capolini d’eccellenza dall’alto valore nutraceutico e capolini rispondenti ai requisiti agro-industriali per la trasformazione.

Altro aspetto innovativo è il consolidamento della filiera produttiva attraverso la messa a punto e il trasferimento di processi produttivi sostenibili.

Inoltre, sarà messo a punto nuovi prodotti ad alto valore aggiunto (carciofo IV e V gamma).

Infine, l’efficientamento dell’uso delle risorse sarà perseguito anche mediante un modello di tipo circolare che preveda l’utilizzo dei composti bioattivi presenti negli scarti della lavorazione per lo sviluppo di nuovi prodotti nell’ambito di integratori, cosmetici naturali e prodotti da forno arricchiti o stabilizzati naturalmente, costituendo una innovazione sia di processo che di prodotto che qualifica fortemente la filiera.

  GLI OBIETTIVI

Il progetto si pone l’obiettivo generale di migliorare la competitività della filiera cinaricola pugliese, rafforzando diversi aspetti lungo la filiera stessa. Fra questi, particolare attenzione sarà riservata al recupero delle varietà locali, all’efficientamento in ottica di sostenibilità delle tecniche di coltivazione, all’introduzione di nuovi prodotti di IV e V gamma (con messa a punto dei relativi processi) e al recupero degli scarti di lavorazione per produrre integratori, cosmetici naturali.

Il miglioramento della competitività della filiera soprattutto nell’ottica di cogliere le opportunità offerte dalla domanda di carciofi da destinarsi alla trasformazione industriale, salvaguardando la qualità dei prodotti trasformati ed il loro potere nutrizionale sarà centrale per il successo del progetto.

Il progetto prevede i seguenti obiettivi operativi:

  • Ampliamento della gamma varietale con caratteristiche tecnologiche idonee alla trasformazione industriale (ampliamento del calendario di lavorazione e contrazione dei costi fissi) tramite la valorizzazione della biodiversità locale;
  • Validazione di protocolli di gestione tecnica sostenibili tramite messa a punto di sistemi colturali innovativi (impiego più efficiente delle concimazioni e delle irrigazioni);
  • Implementazione e trasferimento di tecniche e tecnologie per la messa a punto di un processo produttivo e di confezionamento innovativo per la definizione di nuovi prodotti ad alto valore aggiunto (carciofo IV e V gamma);
  • Strutturazione di una filiera a ciclo chiuso tramite il recupero e la valorizzazione di prodotti di scarto (brattee) per finalità nutrizionali (industria mangimistica) e medico-sanitarie (industria biofarmaceutica);
  • Valutazione dell’impatto ambientale delle diverse innovazioni messe a punto, elaborando i dati raccolti in fase di sperimentazione con la metodologia Life Cycle Assessment;
  • Quantificazione dell’impatto economico delle innovazioni introdotte tramite l’analisi di redditività. – Individuazione dei mercati di destinazione del carciofo di IV e V gamma con l’obiettivo di incrementare il valore dei nuovi prodotti con benefici ripartibili su tutta la filiera produttiva.

  EFFETTI PRODUTTIVI, ECONOMICI, AMBIENTALI E SOCIALI

Gli effetti attesi dallo sviluppo del progetto e dal trasferimento delle innovazioni messe a punto sono i seguenti:

  • Aumento della superficie coltivata, aumento delle rese unitarie, ampliamento del calendario di produzione dei carciofi, aumento del grado di identità e di identificazione con il territorio, il tutto grazie soprattutto alla valorizzazione della biodiversità locale.
  • Ampliamento della gamma di prodotti offerti, soprattutto grazie alle produzioni di IV e V gamma e ai prodotti derivanti dalla valorizzazione degli scarti di lavorazione.
  • Dal punto di vista economico si attende un forte efficientamento delle filiera (anche grazie all’ampliamento del calendario di produzione e lavorazione, con conseguente riduzione dei costi fissi unitari) ed un forte aumento della capacità di creare ricavi e valore, grazie ai nuovi prodotti e grazie alla maggior efficienza nell’utilizzo dei fattori della produzione.
  • Miglioramento della sensibilità di tutti gli attori della filiera nei confronti del tema della sostenibilità ambientale.
  • Aumento della sostenibilità ambientale delle produzioni, soprattutto grazie al trasferimento delle nuove tecniche messe a punto con il progetto ed al conseguente miglior utilizzo dei fattori della produzione, acqua, fertilizzanti e agrofarmaci in particolare.
  • Dal punto di vista sociale l’attesa è per un aumento delle opportunità di lavoro, lungo tutta la filiera ed in particolare nei segmenti a valle della stessa.
  • Si attende anche un aumento della qualità dell’occupazione, sia per la maggior sostenibilità ambientale dei processi e dei prodotti, sia per il forte lavoro di innovazione di prodotto proposto dal progetto, sia, infine, per l’aumento della redditività di tutta la filiera.

  COERENZA CON IL PSR E CON ALTRI DOCUMENTI PROGRAMMATICI

La proposta ben si collega all’Area 1 di cui al Piano strategico per l’innovazione e la ricerca nel settore agricolo, alimentare e forestale 2014-2020: “Aumento sostenibile della produttività, della redditività e dell’efficienza delle risorse (…)” (ex Art.9 dell’Avviso pubblico).

È, dunque, pertinente alle seguenti tematiche: “Interventi nella qualità e sicurezza degli alimenti e stili di vita sani (…)” (PEI); “prodotti e tecniche delle coltivazioni cerealicole” (Linee Guida 2012-2014 della Regione Puglia). Il Piano di Azione è, altresì, coerente con le FOCUS Area e i fabbisogni del PSR: Priorità 2 FA2A-9 “Processi di ammodernamento delle imprese agricole attraverso diversificazione (…)”; Priorità 3 FA2A-15 “Processi di miglioramento della qualità e qualificazione prodotti agricoli alimentari”; Priorità 4 FA2C-24 “Diffusione di tecniche di coltivazione (…)”.

Creando le condizioni per la sostenibilità economica ed ambientale, la creazione di una filiera dell’arachide interamente italiana rappresenterebbe un’opportunità importante per “promuovere l’innovazione, il capitale umano e il networking” (“Smart Puglia 2020”, Obiettivo Specifico: 4).

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