La nuova Politica Agricola Comunitaria, che sarà in vigore dal 2023 al 2027, è una realtà con la quale dovranno fare i conti anche gli agricoltori dei Monti Dauni, fra criticità, cose da cambiare in corsa e opportunità. Di questo si è discusso a Orsara di Puglia, grazie all’incontro promosso da CIA Agricoltori Italiani Capitanata. Un vero e proprio focus per entrare nel merito del Piano strategico nazionale (Psn), le regole generali di applicazione della PAC che resteranno in vigore fino al 31 dicembre 2027.

All’incontro erano presenti il presidente CIA Capitanata, Angelo Miano, il direttore Nicola Cantatore, i responsabili comunali di Orsara, Ascoli Satriano, Candela e Rocchetta Sant’Antonio. Il nuovo contributo Pac è piuttosto articolato e per questo l’associazione intende confrontarsi con gli associati per individuare le migliori opportunità da cogliere.

Una delle novità della riforma Pac è l’insieme delle regole sulla rotazione delle colture sui terreni a seminativi. In base alle nuove regole, tale rotazione dovrebbe avvenire annualmente, ma gli agricoltori ritengono che l’arco temporale più idoneo sia ogni due anni. Un altro argomento al centro della discussione è stato il continuo danno arrecato dagli animali selvatici. Per CIA urgono provvedimenti straordinari che riguardino sia la sicurezza stradale che quella dei raccolti. Non si può più giustificare l’inerzia delle istituzioni che non riescono a porre rimedio alla proliferazione dei cinghiali che provocano ingenti danni all’economia agricola. “Riteniamo si debba cambiare la legge 157 del 1992”, ha ribadito Angelo Miano, “poiché è necessario sia previsto il risarcimento completo commisurato al danno ricevuto, non un generico e parziale indennizzo”.

A questo proposito, CIA Capitanata chiama in causa il nuovo governo. “Sulla questione cinghiali e fauna selvatica, il nuovo governo può segnare subito un cambio di passo attraverso un’azione interministeriale che coinvolga i ministeri di Agricoltura, Ambiente e Sanità e modifichi la legge 157 del 1992”. A margine dell’incontro si è parlato della riorganizzazione interna associativa nell’area dei Monti Dauni. Con 30 comuni, la zona del Foggiano che fa da cerniera e linea di confine con le vicine regioni di Molise, Campania e Basilicata è una delle più ricche di biodiversità, con aree forestali di rilievo e un’agricoltura montana e collinare capace di produrre eccellenze importanti. “I Monti Dauni e Lucera, che è la porta di quest’area straordinaria dal punto di vista ambientale e paesaggistico, meritano un’attenzione e un impegno maggiori da parte di tutti, perché sono caratterizzati da un potenziale di sviluppo ‘green’ ancora non espresso pienamente”.