Tre trattori rubati negli ultimi tre giorni, un anziano agricoltore minacciato e aggredito dai malviventi, un’escalation violenta con blitz criminali notturni a Foggia, Lucera e Manfredonia: è questo il preoccupante e angoscioso bilancio segnalato da CIA Agricoltori Italiani Capitanata in provincia di Foggia. “Purtroppo, nonostante l’encomiabile impegno delle Forze dell’Ordine”, dichiara Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata, “nulla è cambiato da quanto, lo scorso 9 agosto, le organizzazioni agricole furono convocate per un’audizione nell’ambito della riunione del Coordinamento Provinciale delle Forze di Polizia presso la Prefettura di Foggia. Chi pensa che sia eccessivo richiedere l’intervento dell’esercito, forse, dovrebbe ripensarci. Per cambiare le cose servono decisioni straordinarie”.
Negli ultimi giorni, le bande criminali che hanno messo nel mirino le aziende agricole hanno rubato trattori e attrezzature, entrando nelle proprietà e nelle aree aziendali di notte e riuscendo a dileguarsi prima che le Forze dell’Ordine potessero riuscire a fermarle.
“Il danno economico arrecato alle imprese agricole vittime dei furti è ingente e, ad esso, si aggiunge un sentimento di paura, rabbia e sgomento per quanto accaduto e per ciò che continua a succedere ormai da troppo tempo. Abbiamo chiesto più volte l’istituzione di una polizia rurale regionale. Alla luce della recrudescenza dei fenomeni, torniamo a chiedere di utilizzare anche l’esercito per presidiare efficacemente il territorio”, aggiunge Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani.
Per agevolarsi la fuga, negli ultimi ‘colpi’ messi a segno, le bande criminali hanno disseminato le strade adiacenti alle aziende depredate con chiodi a tre punte.
Una situazione drammatica e complessa. Da un lato, infatti, per contrastare più efficacemente il fenomeno è necessario che gli agricoltori denuncino quanto accade, anche per dare modo alle Forze dell’Ordine di avere dati su come si muove la criminalità sul territorio; dall’altro, i tutori dell’ordine hanno bisogno di risorse e mezzi più adeguati, oltre che di personale, per poter contrastare efficacemente i criminali che stanno terrorizzando le aree rurali e impoverendo le aziende agricole.
A rendere tutto più difficile ci sono due fattori: il primo riguarda la condizione al limite della praticabilità del fitto reticolo di strade rurali, comunali e provinciali che attraversano le campagne; il secondo è la quasi totale assenza di videocamere di sorveglianza lungo i principali snodi stradali e nelle aree in cui questi criminali sembrano muoversi sentendosi padroni assoluti.
Le condizioni di quelle arterie sono spesso al limite della impercorribilità, anche per le auto in dotazione alle Forze dell’Ordine per le quali, in questo modo, aumentano a dismisura le difficoltà di intervenire più efficacemente. Le bande che compiono i furti, al contrario, sono attrezzate con potenti fuoristrada, spesso i criminali per allontanarsi dai luoghi in cui hanno compiuto le loro ruberie utilizzano gli stessi trattori che hanno rubato, cercando di evitare il più possibile le strade.
CIA Capitanata già molti mesi fa ha presentato un dettagliato dossier sulla condizione della rete viaria. Nella riunione svolta lo scorso agosto fu evidenziata la necessità di interventi urgenti sia sulle arterie di competenza della Provincia di Foggia sia su quelle di pertinenza dei comuni. Servono fondi regionali e statali per restituire condizioni di piena percorribilità alla rete viaria, aumentandone anche l’illuminazione. Occorre installare ‘occhi elettronici’ collegati alle strutture di controllo delle Forze di Polizia. In campagna le aziende agricole vengono derubate di tutto: attrezzi, interi impianti di irrigazione, perfino il concime e quanto gli agricoltori utilizzano per i trattamenti fitosanitari. In ogni caso, si tratta di materiale costoso, la cui sottrazione arreca danni davvero molto ingenti. In qualche caso, il personale delle società di vigilanza privata è stato minacciato dai criminali. Atti di intimidazione e di avvertimento mafioso spesso sono rappresentati dal danneggiamento doloso di piante e colture, con lo sradicamento o il taglio degli alberi. “Da anni chiediamo una svolta sul piano della sicurezza, le aziende non ce la fanno più”, ha concluso Sicolo.